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Industria 4.0: requisiti, cumulo, beni materiali e immateriali. Nuovi chiarimenti dell’Agenzia delle entrate

Industria 4.0: requisiti, cumulo, beni materiali e immateriali. Nuovi chiarimenti dell’Agenzia delle entrate

Il piano Industria 4.0 resta al centro dell’attenzione sia per via dei recenti chiarimenti dell’Agenzia delle entrate e sia per le nuove agevolazioni a disposizione delle imprese. Se alcuni cambiamenti sono chiari, a iniziare dalla riduzione delle aliquote per il 2022 con il contributo statale che passa al 40%, al 20% e al 10% del costo. Su altre questioni predomina invece l’incertezza. 

Per il Mise i macchinari con funzioni semplici come le macchine utensili progettate per un unico ciclo di lavoro o per un’unica lavorazione completamente standardizzata, rientrano tra i beni agevolabili. Ma non per l’Agenzia delle entrate. O almeno non ne ha fatto cenno nelle circolari più recenti. 

Di più: in riferimento al piano Industria 4.0, le stesse Entrate hanno precisato che un macchinario tecnologicamente avanzato va collocato in un contesto aziendale adeguato. In caso contrario viene a cadere il beneficio. Approfondiamo quindi:

Attenzione al cronoprogramma per accedere alle agevolazioni per le imprese in base al piano Industria 4.0. I contributi fino al 50% per le aziende restano infatti in vigore per gli investimenti entro fine 2021. Dall’anno successivo ovvero dal 2022 passano al 40%, al 20% e al 10% del costo. Il quadro di sintesi dei crediti d’imposta previsti dal piano Transizione 4.0 per ciascun tipo di investimento è il seguente:

  • Beni materiali 4.0: 50% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 30% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro, 10% per investimenti compresi tra 10 e 20 milioni di euro fino al 31 dicembre 2021; 40% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 20% per investimenti tra 2,5 e 10 milioni di euro, 10% per investimenti compresi tra 10 e 20 milioni di euro dal primo gennaio al 31 dicembre 2022
  • Beni materiali non 4.0 per imprese ed esercenti arti e professioni: 10% per investimenti fino a 2 milioni di euro fino al 31 dicembre 2021; 6% per investimenti fino a 2 milioni di euro dal primo gennaio al 31 dicembre 2022
  • Beni immateriali 4.0: 20% per investimenti fino a 1 milione di euro fino al 31 dicembre 2022
  • Beni immateriali non 4.0 per imprese ed esercenti arti e professioni: 10% per investimenti fino a 1 milione di euro fino al 31 dicembre 2021; 6% per investimenti fino a 1 milione di euro dal primo gennaio al 31 dicembre 2022

Nel caso dei beni materiali 4.0, le imprese devono indicare la norma nelle fatture e negli altri documenti relativi all’acquisizione dei beni. Occorre quindi la perizia asseverata o l’attestato di conformità oppure la dichiarazione del legale rappresentante se il costo è inferiore a 300.000 euro, senza dimenticare la comunicazione al Ministero dello Sviluppo economico. 

Per i beni materiali non 4.0 occorre solo l’indicazione della norma in fatture e in altri documenti relativi all’acquisizione dei beni. 

Anche in relazione ai beni immateriali 4.0 sono indispensabili l’indicazione della norma in fatture e in altri documenti relativi all’acquisizione dei beni. Così come la comunicazione al Mise e la perizia asseverata o l’attestato di conformità o la dichiarazione del legale rappresentante. 

Infine, gli adempimenti per i beni immateriali non 4.0 richiedono come adempimento la sola indicazione della norma in fatture e in altri documenti relativi all’acquisizione dei beni oggetto dell’agevolazione nell’ambito del piano Industria 4.0.

Industria 4.0: si può sommare con altri incentivi pubblici?

Il credito d’imposta per investimenti in beni strumentali nell’ambito dell’Industria 4.0 può essere cumulato con le agevolazioni che hanno gli stessi costi? La risposta è affermativa, purché il cumulo non superi il costo sostenuto. In termini concreti, c’è il via libera al cumulo con altre misure relative agli stessi costi ammissibili al credito d’imposta. Ma comunque nel limite massimo del costo sostenuto, al netto di eventuali limiti derivanti da altre facilitazioni fiscali tra contributi e finanziamenti adesso in vigore

Resta la regola che per accedere al credito di imposta, l’impresa deve essere in regola con i contributi. Punto di riferimento è il Durc ovvero il Documento unico di regolarità contributiva. Se irregolare, le imprese non hanno possibilità di accedere al credito potenzialmente spettante. Come tra l’altro chiarito dalla circolare numero 9/E del 23 luglio 2021 dell’Agenzia delle entrate.

Industria 4.0: requisiti quando l’impresa non è hi tech

L’accertamento che il macchinario da abbia i requisiti previsti da Industria 4.0 è solo il primo passo da compiere per accedere al finanziamento. Con la circolare 9/E/21, l’Agenzia delle entrate ha fissato un principio ben preciso in relazione alla possibilità di accesso al beneficio nella misura elevata al 50%. 

Più precisamente, per i tecnici di Via XX Settembre non basta che il macchinario acquistato abbia specifiche 4.0 per ottenere il via libera. In pratica il possesso dei requisiti richiesti dalla normativa per fruire del credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali 4.0 non è di per sé condizione per fruire dell’agevolazione. Se l’azienda non presenta le caratteristiche utili per lo sfruttamento dei requisiti, un macchinario tecnologicamente avanzato deve essere agevolato con il solo credito d’imposta spettante ai beni ordinari.

Ci sono quindi altri due aspetti di cui tenere conto. Innanzitutto, le spese per l’adeguamento dell’impresa – soprattutto in relazione all’implementazione del sistema informativo – potrebbero non essere davvero convenienti se paragonati al maggior beneficio spettante. Dopodiché all’azienda potrebbero non interessare le caratteristiche 4.0 del nuovo ciclo produttivo. 

Detto in altri termini, se l’agevolazione è utile solo per la produzione della perizia da parte del tecnico incaricato, l’interesse reale è inesistente. E anche se il requisito dell’interconnessione può essere soddisfatto dopo aver effettuato l’investimento e messo il bene in funzione, in alcun caso l’interconnessione successiva rispetto all’entrata in funzione dei beni può dipendere dall’assenza delle caratteristiche richieste dalla disciplina al momento del primo utilizzo dei beni. In queste circostanze si accenderà inevitabilmente il semaforo rosso davanti alla richiesta di accesso al credito d’imposta per investimenti 4.0.

Macchinari con funzioni semplici a rischio di esclusione dal bonus Industria 4.0

Rischio di esclusione dal bonus Industria 4.0 per i macchinari con funzioni semplici, come le macchine utensili progettate per un unico ciclo di lavoro o per una sola lavorazione completamente standardizzata. Sebbene la circolare del Ministero dello Sviluppo economico del primo agosto 2018 preveda la possibilità di includere tra i beni agevolabili i macchinari con funzioni semplici, la più recente circolare dell’Agenzia delle entrate non ne fa menzione. 

Per il Mise, il requisito dell’interconnessione si considera soddisfatto nel momento in cui il macchinario è in grado di trasmettere dati in uscita. Il sistema di gestione aziendale riceve solo le informazioni dalla macchina ai fini del controllo e non interviene nell’impostazione del processo produttivo.