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Covid-19, Privacy e Aziende: nuove disposizioni

Covid-19, Privacy e Aziende: nuove disposizioni

covid e privacy

Qualche settimana fa abbiamo già parlato di riservatezza dei dati e delle disposizioni del Garante della Privacy, da rispettare in caso di emergenza sanitaria.

In momenti come questo il concetto di Privacy cambia e si mette a disposizione, con le dovute attenzioni, della tutela della salute.

Ma è giusto che la Privacy venga meno in questi casi?

Si, perché la Privacy è un concetto che esprime la riservatezza e la libertà di fare e mostrare ciò che viene fatto. In questo momento la scelta di tutti è combattere il Coronavirus: di conseguenza anche i nostri diritti di riservatezza subiscono delle variazioni.

Ad affermare questo è anche l’art.16 della Costituzione Italiana: “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o di sicurezza”. questa è una situazione di emergenza!

Tutte le informazioni e il tracciamento degli individui sono consentiti, con le giuste cautele, per la tutela della salute, per avere le giuste informazioni necessarie ai fini di sconfiggere e monitorare il Coronavirus.

Il Garante della Privacy si è esposto ancora per la tutela dei dati

Il dialogo di Confindustria con il Garante della Privacy ha permesso di superare il comunicato del 2 marzo 2020, in base al quale i datori di lavoro pubblici e privati non potevano rilevare la temperatura e di chiedere informazioni generalizzate ai propri dipendenti, collaboratori e/o visitatori. 

Tutto ciò ha un importante impatto sulla libertà e i diritti fondamentali della persona sottoposta a controlli.

Proprio per questo il Garante della Privacy ha ritenuto opportuno richiamare alcune cautele da osservare.

Infatti la rilevazione della temperatura corporea costituisce un trattamento di dati personali e, pertanto, deve avvenire ai sensi della disciplina privacy vigente e dello Statuto dei Lavoratori.

A tal fine suggerisce di:

  • rilevare la temperatura e non registrare il dato acquisito, se non nel caso del superamento della soglia della temperatura;
  • fornire l‘informativa sul trattamento dei dati personali;
  • definire le misure di sicurezza e organizzative adeguate a proteggere i dati;
  • in caso di isolamento momentaneo dovuto al superamento della soglia di temperatura, assicurare modalità tali da garantire la riservatezza e la dignità del lavoratore;
  • raccogliere tramite autocertificazione solo i dati necessari, adeguati e pertinenti rispetto alla prevenzione del contagio.

Introdotte novità anche per le aziende

Le aziende ancora aperte, secondo il DPCM del 22 marzo, possono proseguire la loro attività solo rispettando alcune decisive raccomandazioni. Dovranno garantire le misure minime igienico sanitarie con l’assunzione protocolli di sicurezza anti-contagio e, laddove non fosse possibile rispettare la distanza interpersonale di un metro come principale misura di contenimento, con adozione di strumenti di protezione individuale.

In questa logica è stato sottoscritto il protocollo di sicurezza anti-contagio, siglato su invito del Governo in data 14 marzo 2020, con la finalità di favorire la prosecuzione delle attività produttive in presenza delle necessarie condizioni che assicurino ai lavoratori adeguati livelli di protezione.

Il protocollo non è stato concepito né in una logica vincolante né quale documento universalmente valido, ma quale strumento che contiene una serie di indicazioni che Governo e parti firmatarie ritengono idonee a garantire la salute delle persone senza interrompere le attività produttive. Esso offre indicazioni generali che ciascuno deve adattare alle proprie specificità aziendali.

In questo clima di emergenza, in cui le disposizioni cambiano velocemente, ti consigliamo di seguire il gruppo Facebook GDPR Point, dove esperti del settore si confrontano e propongono aggiornamenti su Privacy e Cybersecurity.

Per approfondimenti il Team Aksilia è a tua disposizione, contattaci